Architetto dell'informazione, content designer, digital strategist in odore di UX, seguo prevalentemente le componenti invisibili di un progetto web: le premesse.
I miei output sono concetti espressi con parole o, al limite, parole con intorno riquadri collegati tra loro con frecce, che hanno l'obiettivo di costruire un progetto con le fondamenta solide e le persone a bordo.
Secondo una definizione del tutto arbitraria, quindi discutibile, fare content design significa definire la struttura, l’organizzazione e le caratteristiche di un contenuto, o di un sistema di contenuti, che faccia incontrare gli obiettivi di business con i bisogni delle persone.
Intorno a questo concetto ho scritto un manuale, pubblicato da Apogeo, in cui si mettono in fila alcuni processi, metodi e strumenti che permettono di pensare e progettare contenuti attingendo da territori limitrofi a quello della scrittura, come l'architettura dell'informazione, lo user experience design e l'information design.
Ecco una recensione utile a un acquisto consapevole:
Prima, durante e dopo l'uscita del libro ho cominciato a fare formazione per conto del mio editore Apogeo, di Pennamontata, di Digital Update. Un modo per tenere allenate le competenze e metterle costantemente in discussione attraverso la rielaborazione di chi le riceve.
Muovere i primi passi nel mondo del content design, fare una strategia, progettare un sito web: le date delle prossime edizioni, sempre aggiornate.
Non sono uno scrittore seriale, ma di tanto in tanto, soprattutto se opportunamente sollecitato, pubblico qualcosa. Ecco una selezione di articoli (dico «selezione» così pare che ce ne siano chissà quanti altri).
Hai letto il libro? No, ma ho visto il film. Ecco un po' di contributi filmati, giusto per dare un volto e una voce a tutto questo.
Un talk del 2016 che cavalcava opportunisticamente la hype nascente del fail fast, fail better, raccontata in prima persona e mooooolto divertente.